[18|02|2015] Arte Contemporanea | |||||
Inaugurazione: giovedì 19 febbraio ore 18 Apertura al pubblico: 20 febbraio – 17 maggio 2015 ANDREA MASTROVITO HERE THE DREAMERS SLEEP Con l’ausilio critico di Marco Bazzini ed Eugenio Viola Inaugurazione: giovedì 19 febbraio ore 18 Apertura al pubblico: 20 febbraio – 17 maggio 2015 Museo Hendrik Christian Andersen La mostra HERE THE DREAMERS SLEEP si sviluppa al primo piano del Museo H. C. Andersen, prendendo spunto dalla storia della famiglia Andersen e dal progetto futuristico di Hendrik Christian riguardante il World Center of Communication, e arrivando ad affrontare il tema universale dell’utopia. Nelle cinque stanze della casa-museo, Andrea Mastrovito riporta in vita l’epopea familiare dello scultore Hendrik, della madre Helene, del fratello pittore Andreas, con la moglie e mecenate Olivia Cushing, evocandoli attraverso riproduzioni da giardino di capolavori scultorei, che diventano personificazioni allegoriche dei quattro membri della famiglia. In ogni stanza, un gruppo di quattro statue diventa superficie per un’immagine a matita e rimanda, in parallelo alla vicenda privata, ad alcune grandi tematiche collettive: il riscatto femminile, l’omosessualità, l’ideologia. «Il disegno, per sua natura bidimensionale – chiarisce Eugenio Viola – assume [qui], come spesso nel lavoro di Mastrovito, una dimensione installativa e un’ambizione ambientale». Così come recita il titolo HERE THE DREAMERS SLEEP, frase incisa sulla tomba di famiglia, gli Andersen furono dei grandi sognatori: Mastrovito coglie quest’aspetto e, alternando sogno e realtà, incubo e sonno, mette in relazione la cronologia familiare e il tempo inteso come Storia dell’umanità che, per l’artista, è assimilabile a un ciclo infinito di creazione-distruzione-creazione. Le statue, infatti, dialogano con una serie di collage che ripercorrono le utopie del nostro tempo, i loro cortocircuiti e la loro caduta. Di stanza in stanza, le sculture crollano una alla volta, seguendo l’ordine in cui i membri della famiglia sono venuti a mancare: prima Andreas, poiOlivia, quindi Helene e da ultimo proprio Hendrik. Nel salone centrale rimangono solo macerie, sulle quali l’artista disegna la mappa dell’immaginario World Center, cui erano destinati i gruppi scultorei in gesso realizzati da Hendrick e conservati al piano inferiore del Museo. La rassegna, supportata da Boxart (Verona), è arricchita dal catalogo Maretti Editore con testi critici di Marco Bazzini e Eugenio Viola. SCHEDA INFORMATIVA
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